RACCONTO DI NATALE:
IL PIU' BEL DONO DI NATALE
Faceva il taglialegna e viveva nel bosco vicino al paese insieme al suo bimbo.
Anche quell'anno stava giungendo il Natale. Quei giorni felici
dell'anno, rischiarati dai bagliori riflessi sulla neve, giungevano
veloci, e fuggivano altrettanto rapidamente, senza lasciare il tempo ai
sentimenti, di prender la forma di parole ed abbracci dolci e sereni.
Aveva lavorato molto quell'anno, tutti volevano un abete da addobbare
nella loro casa, e lui correva a prenderli e portarli nelle abitazioni.
Come sempre il suo abete, quello per la sua famiglia, era l'ultimo che
portava. Venne la vigilia e sul far della sera arrivò con l'albero, era
grande e bello, con le sue radici e la sua gioia naturale che brillava
in ogni ago. Ma lui era stanchissimo, esausto da un lungo mese di
lavoro; dopo averlo posto nell'angolo della sua piccola stanza, si
addormentò davanti al camino. Il piccolo bambino, preoccupato per lui,
decise di non svegliarlo e di attendere lì ,vicino al suo papà stanco,
l'arrivo di Babbo Natale, però pensava tra sé e sé "chissà .. porterà
ugualmente i doni, anche se l'albero non è addobbato?" Aveva solo pochi
disegnini fatti in quei giorni felici, ma solitari, e vi appese quelli,
poi si addormentò sul divanetto. Nel camino languivano lentamente
piccole fiammelle che danzavano allegre, e pian piano stanche anch'esse,
si avviavano verso il cielo stellato, infilando una ad una il camino
come fosse una strada verso il paradiso. Fuori, nella neve, gli
animaletti del bosco ed io eravamo un pochino preoccupati per quel
bambino, anche noi ci domandavamo: "chissà .. Babbo Natale verrà
ugualmente anche se l'albero non è addobbato ?" Decidemmo così, di far
del nostro meglio, in segreto per adornarlo, ci riunimmo nella radura
della quercia, presso la casa degli scoiattoli, i quali avevano
preparato una tavolata con le nocciole dei pensieri. Tutta la notte
discutemmo su cosa usare per addobbare l'albero, chi diceva il muschio,
chi le fragole, chi le ghiande, insomma vi era una accesa discussione.
Era quasi l'alba e come in ogni riunione affollata, non avevamo ancora
deciso nulla. Iniziò a piovere lentamente, una pioggerellina fine di
goccioline trasparenti, e comprendemmo lì per lì cosa usare. Ognuno di
noi corse al più vicino filo d'erba, e con cura, raccolse una goccia, vi
soffiò dentro lentamente sino a farla diventare una pallina, poi vi
entrò e rimase lì un attimo, lasciando di sè l'immagine e l'amore che
provava per il piccolo amico. Di corsa gli uccellini presero con il
becco le palline ed infilandosi nel camino, le portarono sull'albero. Il
tempo, mutevole come sempre nelle nottate invernali, volse la pioggia
in neve, le topine del bosco presero a tessere quei fiocchi argentati e
soffici, che scendevano dal cielo, in tanti festoni lunghi lunghi. Con
quelli, avremmo completato la nostra opera in attesa dell'arrivo di
Babbo Natale. Tutti in fila, i mariti topini, poi, entrarono dalla
cantina, silenziosamente giunsero sino alla sala, ove troneggiava
l'albero e lo incoronarono con quelle allegre corone abilmente
confezionate dalle loro mogli. Rimaneva solo una cosa da fare …ora….
Volevamo bene a quel bambino e ci avrebbe fatto piacere donargli
qualcosa, ma poveri com'eravamo, non avremmo pututo competere con i
ricchi doni di Babbo Natale. Ci armammo di umiltà, e partimmo
silenziosamente in fila indiana per la casetta di legno. Il sole stava
sorgendo allegro e radioso nella sua sciarpa nuova, dono della sua amica
luna. Arrivammo che ancora dormivano tutti , vedendo che Babbo Natale
aveva gradito l'albero, e riempito il pavimento di regali, posammo anche
noi i nostri : L'orsetto posò un abbraccio caldo come la sua pelliccia
Il daino posò uno sguardo tenero Lo scoiattolo posò un sorriso vivace Il
lupo posò la forza per vivere un altro anno La marmotta posò un sogno
felice La talpa posò uno sguardo gentile Il falco posò una piuma guida
per volare Ed io ? Io posai una fiammella da custodire nel cuore per
scaldare le giornate fredde e solitarie. Al risveglio quale fu la
sorpresa del bambino, nel vedere quanti doni aveva ricevuto, li scartò
tutti gridando di gioia ad ogni fiocco sciolto. Poi, felice, corse fuori
nella neve, venne nella radura , e ci abbracciò uno ad uno . Allegro
pensò, che il più bel dono di Natale erano proprio i suoi cari amici.